Peligro e la sua storia... #musicinterview



Giorni fa, abbiamo avuto l'occasione di fare due chiacchiere con Andrea Mietta, in arte “Peligro” e ci ha raccontato tante cose interessanti sull'uscita del suo album e non.


 Ciao Andrea! Dicci un po', com'è nato il nome d'arte “Peligro”? 


 Mi piace raccontarlo ogni qualvolta mi viene chiesto.
 Prima avevo un altro nome che non ti dirò perchè ho una reputazione da difendere, passami il termine.
Il mio primo produttore, che è argentino, di Buenos Aires, Ernan, che è una persona molto importante nella mia vita, colui che mi ha indirizzato artisticamente, che mi ha segnato il cammino, che poi ho iniziato a percorrere, una mattina si è svegliato, mi ha telefonato, dicendo “l'ho sognato, l'ho sognato, ti chiamerai Peligro”, lì per lì mi sono fatto una risata, poi però mi sono affezionato al nome e l'ho tenuto. 


Venerdì 11 Maggio è uscita “La Parte Migliore”, il brano che anticipa il tuo album “Mietta Sono Io”...come mai hai scelto questo brano per lanciare il tuo progetto discografico? 


Beh, un po' è un manifesto, nel senso che è la canzone che meglio rappresenta il passaggio da quello che ero a quello che sono adesso. La differenza principale sta in ciò che Milano mi ha tolto e ciò che Milano mi ha dato e poi perchè mi piace, semplicemente. Mi piace un sacco quel che ha fatto Marco Zangirola, con le musiche, mi piace il risultato finale. La trovavo una canzone adatta a rappresentare ciò che sono io adesso. 


 Riallacciandomi alla domanda precedente, parlando di trasferimento, della città di Milano...quanto ti ha cambiato il trasferimento in città, appunto? 


Da 1 a 10 ha cambiato 100. Nel senso che, io non vivo ancora a Milano, ma sarà lo step successivo. Milano, la sento particolarmente mia...anzi, mi sento particolarmente suo.
Io vengo da un piccolo paese nella provincia di Milano ed è abbastanza vicino Milano da sentirmi milanese ma abbastanza lontano da non esserlo, di fatto.
Quindi, nel momento in cui Milano è diventata parte della mia vita, tutte le mie abitudini sono state stravolte: il fatto di essere cresciuto in una piccola campana di vetro, nel classico paesino in cui per arrivare a Milano devi prendere il treno o prendere la macchina, in cui vedi sempre le stesse persone, esci sempre con gli stessi amici, vedi sempre le stesse facce, gli stessi negozi ed è tutto uguale, infatti nel disco lo racconto. (per l'esattezza nel brano “La cosa sbagliata).
Il mio, è il classico paese dove è tutto sigillato e anche se passano gli anni, te ne accorgi solo dalle rughe e dai capelli bianchi delle persone.
Milano naturalmente, dà una libertà diversa da questo punto di vista; nel senso che ti “abbraccia” e ti accoglie ma per farti abbracciare e farti accogliere da Milano, devi tenere i suoi ritmi, perchè l'altra faccia della medaglia di questa città è che non ti aspetta: non puoi perdere treni, devi stare sempre sul pezzo, ma non solo lavorativamente parlando. E' una città che ti dà tante occasioni ma se non le cogli, non ritornano. Questo è un po' come io la vivo e come l'ho raccontata. 



Cosa ne pensi della scena rap/trap del momento?


Se devo parlare solamente di gusti personali e i gusti personali contano quanto il due di picche, quando giochi a calcetto...a me la trap personalmente non piace. Ultimamente non ascolto molto rap, anche se il rap resta il mio filone di riferimento principale, soprattutto quello italiano.
Mi vengono in mente artisti come Mecna, Ghemon...ci sono artisti che reputo validi e che mi piacciono, però ultimamente non trovo nelle produzioni rap italiane di questo periodo delle canzoni che mi piacciono, o meglio che mi vada di ascoltare. D'altronde, non posso pretendere che tutti gli artisti facciano la musica che piace a me. Sto spostando la mia attenzione più sull'internazionale,
non solo sul rap ma anche sul pop. (es: Sia, Macklemore). 



 In “Proprio Come Me” dici “mostriamo sempre il lato migliore e quando non possiamo ci inventiamo scuse”, oppure dici anche “cerchiamo sempre più clamore, con quanto vigore, in fondo siamo tutti dei losers” o “nella vita vera tutti a fare finta, ma per ciò che siamo dentro non c'è fondotinta”...Tutte queste frasi, mi hanno fatto rivolgere quasi immediatamente il pensiero al fattore social, in particolare ad Instagram...


 In realtà, il tutto parte da molto prima. Io non ho inventato niente. 
Tutti noi indossiamo una maschera, anzi più maschere e cambiamo maschera a secondo della situazione ma lo facciamo senza rendercene conto, nel senso che sui social mostriamo una parte di noi, con le persone con cui ci rapportiamo mostriamo un'altra parte di noi e diciamo che il nostro lato “sfigato”, tutti abbiamo un lato “sfigato”, anche se magari non vogliamo ammetterlo; lo teniamo per il nostro intimo e tentiamo di non farlo vedere agli altri.
In quelle frasi, c'è una riflessione su questo, su come ci rapportiamo con le altre persone, cercando di mostrare sempre il lato migliore di noi.


 In tutto questo, quanto conta per te il fattore social? O l'apparire su di essi?


 Beh, conta esserci. Io cerco di esserci nel limite del possibile ed essere la parte migliore di me, come tutti, presumo.
I social sono uno strumento importante, li vivo per quello che sono, ovvero uno strumento di comunicazione, di promozione, uno strumento per tenersi in contatto con le persone che mi seguono e che hanno piacere di vedere e sentire quello che faccio.



 Domanda di rito: Cosa consigli a chi vuole intraprendere la vita da artista?


 Innanzitutto bisogna studiare. Non solo musica ma studiare quali sono gli attori e quali sono le figure professionali che vengono chiamate in causa, che vengono interpellati, quando c'è da pubblicare musica perchè altrimenti si rischia di sprecare tempo, soldi e di rimanere frustrati, buttando energia in qualcosa che non porta a ciò che ci augureremmo. 
E poi una volta che si è capito quali sono le figure professionali coinvolte, consiglio di fare quello che si ama.
Tanto vale la pena godersi la musica per come la si vive, senza filtri e senza cercare di apparire qualcosa che non si è. Tanto se deve succedere qualcosa , succede, quindi consiglio questo sostanzialmente. 



Un grazie speciale ad Andrea, al suo staff ed ovviamente al suo ufficio stampa.
Vi ricordiamo inoltre di seguirlo sui suoi profili social.


Sito Ufficiale: http://www.peligro-music.it/
Facebook: https://www.facebook.com/peligro.official/

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Instagram: https://www.instagram.com/officialpeligro

Foto credits by Veronica Argentiero