MASSIMILIANO LONGO: "Dovete crederci, avere la giusta 'fame', il talento da solo non può bastare" #Interview



Ciao a tutti ! 

Quest'oggi con noi ci sarà un ospite speciale.

 Faremo un viaggio nella sua esperienza grazie al racconto della sua carriera, saremo, questa volta, nel "dietro le quinte" della musica. Perchè affianco a grandi artisti, ci sono altrettante, grandi persone che, con passione e dedizione portano in alto il talento. 

Lui è Massimiliano Longo, direttore del magazine All music Italia e attualmente manager di Stefano Farinetti in arte "Neno" ed Enea Vlad. 

Diamogli il nostro più caloroso benvenuto e iniziamo!

Partiamo dagli inizi, cosa ti ha spinto a dedicarti al mondo della musica al 100 per 100 e come e' stata la primissima esperienza del tuo percorso?

La musica è stata fondamentale nella mia vita, ha accompagnato molte esperienze poco piacevoli della mia adolescenza. Attuiva il dolore, mi faceva sentire meno solo, compreso… quella italiana sopratutto perché masticando un pessimo inglese per me era fondamentale capire ogni parola nei testi che poi, diciamocelo, i testi italiani sono i migliori del mondo. Del resto noi abbiamo avuto il rinascimento, i poeti, i cantautori…

In ogni caso arrivato a 20 anni ho capito che questa era la mia strada, la musica. Non sapevo ancora in che ruolo, avevo un buon intuito è vero, ma non bastava. Per fortuna avevo anche una grande faccia tosta e quindi seguendo i cantanti che stimavo non mi limitavo ad apprezzarli ma davo consigli, idee… praticamente mi imponevo. Ero il mago del backstage, nessuno capiva come ma riuscivo ad intrufolarmi dappertutto.

Avevo deciso quale era il mio sogno, avevo la giusta fame, e questa è una cosa indispensabile, lo ripeto sempre agli artisti. Che dire alla fine, contro ogni pronostico, nel mio piccolo ce l’ho fatta, almeno credo.

La mia prima esperienza realmente professionale è stata rimettere mano, per conto di Gianluca Grignani, al suo fan club. In un anno lo abbiamo portato da 150 iscritti a 1.500. Una bella soddisfazione che poi lo ha portato a fidarsi di me e così sono diventato il suo personal assistant.

È stato un percorso facile il tuo?

Non è stato sempre facile, questo te lo assicuro, e se lo dico e ci tengo a sottolinearlo è anche per lanciare un messaggio di resistenza a tanti ragazzi, artisti sopratutto, che sbattono contro muri o cadono e fanno fatica a crederci ancora.

Questo ambiente è durissimo, oggi più che mai. Ricordo che dopo che me ne andai da Grignani le stesse persone che mi avevano sempre salutato, discografici, radiofonici, uffici stampa, nemmeno mi rispondevano più. Di colpo ero diventato nulla.

Per qualche anno sono stato anche lontano dalla musica, deluso da un ambiente che è tutto tranne che riconoscente purtroppo. Quando ormai ero lontano dai "giochi" ho deciso di creare All Music Italia. Per me era solo un gioco, un modo per restare a contatto con la musica in qualche modo. Non mi aspettavo quello che è avvenuto dopo… giuro. Doveva solo essere un piccolo blog che si occupava di musica italiana.

Ma io parto sempre così, mi pongo tanti dubbi, ho paura di non farcela, ma poi l’ambizione è tale che mi porta a fare sempre di più. Ovviamente tutto questo è merito anche di tutti i collaboratori che hanno messo mano al sito. Puoi avere grandi idee, ma da solo non vai da nessuna parte.

In ogni caso è stato “divertente” vedere che le persone di questo ambiente sono tornate, con All Music Italia, persino a ricordarsi il mio nome (ride). Alcuni oggi si prodigano in complimenti. Tutto nella norma insomma, la morale è che devi farti sempre e comunque il “mazzo”.

Hai collaborato con artisti del calibro di Syria, Gianluca Grignani, Eleonora Crupi, Niccolò Agliardi, Matteo Faustini e molti altri. Come ti hanno fatto crescere e cosa ti hanno lasciato, lavorativamente parlando, e hai un ricordo in particolare che hai nel cuore, legato a quegli anni?

Con ognuno di loro è stata un’esperienza diversa anche perché i ruoli erano diversi. Con Syria, Agliardi e Grignani ero un personal assistant. Syria mi ha insegnato le cose più belle di questo lavoro, l’entusiasmo, l’importanza delle persone, la sensibilità, a non lasciare nessuno indietro.

Grignani mi ha temprato e con lui ho imparato a sviluppare la capacità di saper affrontare qualsiasi situazione. Agliardi mi ha inculcato molti concetti importanti… l’importanza di costruire e mantenere una credibilità in primis, ma anche il fatto che, fino a che stai lavorando, stai lavorando e devi rimanere professionale.

Questa cosa per me è importante. Oggi non è più epoca di rockstar, la musica è un lavoro. Troppi artisti pensano che in realtà abbia logica diverse da quello in banca o al supermercato. Per me non è così.

La parola artista non dovrebbe significare festini, donnine o ometti, a disposizione e bagordi. Quello lo fai quando non stai lavorando e sei in giro per i fatti tuoi. Lo so, la mia può sembrare una linea molto rigida ma questo lavoro va preso seriamente ed io questo cerco di insegnare ai giovani artisti con cui lavoro. Anche nell’utilizzo dei social per dire, sono uno strumento di lavoro e contatto col pubblico. Punto.

E i ricordi a quali artisti sono legati?

In realtà sono uno che ricorda quasi tutto ma poi cerco di vivere, almeno nel lavoro, nel presente. Per questo gli aneddoti che più mi stanno a cuore sono recenti. Piccoli episodi che mi hanno fatto capire che se sono arrivato dove sono arrivato, ovunque sia, è per un motivo… aiutare altri ad “arrivare” anche loro. Magari con qualcuno al tuo fianco, una figura che a me è mancata.

Quindi hai un episodio per Neno ed Enea Vlad?

Direi di sì. Di Neno mi ha colpito molto la maturazione che ha avuto rispetto a quando l’ho conosciuto. Prima eravamo spesso “in guerra” anche perché, va detto, il momento in cui lui è uscito dalla scuola della De Filippi e ha iniziato a lavorare con me è coinciso con il lockdown.

Immagina per un ragazzo che arriva da un’esperienza forte, e che capita una volta sola nella vita, come Amici, cosa voglia dire trovarsi fermo di colpo, impossibilitato a fare cose, a lavorare, a incontrarmi per discutere strategie e idee, a fare live o ospitate. Decisamente frustrante, per me e per lui. Ma ha saputo capire che dovevamo adattarci a quello che era il momento. Piano piano abbiamo raggiunto un’intesa importante e oggi so che quando su qualcosa oggi mi dice “Ok” è perché è davvero “Ok”, si fida, e questa cosa vale tanto per me.

Con Enea poi non ti dico… certi scontri. Lui è un ragazzo che a soli 19 anni è venuto a Milano dalla Puglia con qualche soldo in tasca. Ha imparato subito a vivere e sopravvivere da solo.

È una persona che, a soli 21 anni, ha già avuto un’esperienza con qualche “professionista” della musica, di quelli che pensano che i giovani artisti si possano manipolare a piacimento, pure se in realtà si sono pagati tutto da soli.

Ecco, forse questo lo ha indurito un po’, lo ha spinto a non fidarsi e a non aprirsi del tutto… e come dargli torto! Poi noi ci siamo “conosciuti” sotto lockdown, abbiamo lavorato a distanza per mesi. È sempre traumatico quando poi incontri la persona dal vivo perché entri in una dimensione diversa, è più facile confrontarsi ma, a volte, anche litigare.

Qualche giorno fa però mi ha detto “Noi siamo un team, nelle vittorie e nelle sconfitte…”. In quel momento io ho capito quanto per me è importante non deluderlo, preservare il suo sogno e dare il tempo al suo talento di incanalarsi nel giusto modo. Da parte mia posso dire che io, come per Neno, non mollo.


Apriamo una parentesi su All Music Italia, una delle testate musicali che piu' amiamo, da cosa e' arrivata la decisione di intraprendere la strada del giornalismo musicale? E c'e' una soddisfazione in particolare che ti ha portato questo grande progetto?

Come ti dicevo prima è nata per caso. Avevo solo voglia di continuare ad occuparmi di musica e, siccome non avevo nulla da perdere, l’ho fatto come piace a me… con estrema sincerità e senza nessun tipo di “sottomissione” a nessuno.

Da noi, negli articoli di approfondimento leggerai sempre giudizi netti su quel che ci piace e su quello che non ci convince. Quelli che fanno finta che tutto sia bello io non li reggo, sono sincero. Poi ovviamente altro conto sono le news che devono essere per loro stessa natura “neutre”.

Io penso che questo sia stato il segreto del successo di All Music Italia nel tempo. Le persone apprezzano la nostra onestà intellettuale. Per esempio ora che sono tornato a fare il manager… le pagelle sugli artisti le fa come sempre Fabio Fiume ed io non so mai cosa scriverà, nemmeno su di loro. E mi va bene così.

La più grande soddisfazione di All Music Italia è stata sicuramente il Premio alla carriera a Milva conferitole a Sanremo. Malgioglio ci provava da qualche anno, era una sua idea, ma la nostra petizione credo sia stata fondamentale, ha smosso il web ed è arrivata all’attenzione di Baglioni.

Non puoi immaginare la mia gioia. Sono stato nominato in diretta sul palco del Festival di Sanremo, eppure io nemmeno me ne sono accorto, me lo hanno fatto notare tramite messaggi le persone. Per me la gioia vera è stata che un artista come Milva, nota in tutto il mondo, ricevesse il giusto riconoscimento. E questo è stato possibile anche grazie all’impegno e all’amore della sua assistente storica, Edith Meier. Un amore che mi ha ricordato perché faccio questo lavoro.

Tornando al ruolo che oggi ti preme di più, quello di manager di Stefano Farinetti in arte Neno e di Enea Vlad, due artisti a nostro parere molto talentuosi, cosa ti ha spinto a riniziare la strada del management?

Ne avevo voglia da qualche anno. Sono nato del resto con l’obbiettivo di cercare di essere utile nel far brillare gli altri. L’esposizione con All Music Italia per me a volte è stata anche troppa. Mi piace per carità apparire in tv, che sia il Summer festival, Striscia la Notizia o Amici, sarei ipocrita a dire di no, ma lo faccio in funzione del brand più che di me stesso e la vivo sempre male, con un’ansia pazzesca. Non amo molto stare al centro della scena, amo che qualcuno ci sia anche grazie a me. Per fortuna ho trovato negli anni Simone Zani, che ora realizza praticamente tutte le nostre interviste. E lo fa molto meglio di me. A parte che io e lui ci diamo del lei, ma io l’ho ribattezzato “mollichina” perché per me lui, con il suo stile e la sua pacatezza, unite alla preparazione sempre impeccabile, è un po’ il nuovo Mollica.

Tornando agli artisti, scusa se mi dilungo sempre, non avevo trovato ad oggi nessuno in cui credessi… e se io per primo non provassi il desiderio di acquistare il disco di qualcuno, come potrei esserne il manager/rappresentante? 

Poi questa magia è accaduta due volte in pochi mesi.

Cosa è successo con Neno, per esempio?

Che ero ad Amici ospite in qualità di stampa e sono rimasto folgorato dal suo timbro e dalla maturità della sua interpretazione. Perché non sia stato capito lì dentro onestamente non lo so. Forse perché si è presentato con solo due brani e nel programma ormai si aspettano, spesso, artisti già fatti.

In ogni caso ho aspettato di capire se stava lavorando con qualcuno una volta uscito dal programma. Non era così, se non per il suo produttore di sempre, e allora ho voluto contattarlo. Non è stato sempre facile tra noi, con me non è mai facile, credo si sia capito. Ma col tempo abbiamo sviluppato una stima e un affetto reciproco che è complementare ai ruoli. Abbiamo scelto volutamente di non pensare alle offerte che ci sono arrivate per i primi mesi, abbiamo lavorato da soli contando solo sull’aiuto di Artist First in veste di distributore, su Silvia Santoriello come ufficio stampa e Fabio Gallo prima, e Giovanni Germanelli, poi, per le radio.

Siamo molto soddisfatti nei risultati. Lo streaming va bene nonostante Amici sia ormai lontano e diverse radio hanno sposato il progetto. E poi finalista a Castrocaro, non è poco considerando il lockdown. Ora ci piacerebbe fare un “tour di coppia” con Nyv che entrambi stimiamo molto, vediamo se riusciamo ad incastrare tutto.

Senza nulla togliere alle altre, devo ringraziare pubblicamente Radio Zeta che ha creduto nel nuovo singolo, Faccio tardi pure oggi, da subito ( è stata la prima a passare il brano a mezzanotte spaccata), e a cui hanno fatto seguito molte altre radio del circuito Earone. E' stato tutto molto naturale, ho chiamato chi ne segue la programmazione, ho chiesto solo di ascoltare il brano. La canzone è piaciuta e dopo mezza giornata mi hanno chiesto il video. 

Le radio, ancora oggi sono fondamentali per aiutare i giovani, la nuova musica, per farla conoscere ad un pubblico che non è solo quello dello streaming. Purtroppo i cosiddetti "network", sono praticamente inaccessibili. Anche quelli che passano solo musica italiana. 


Per ascoltare "Faccio tardi pure oggi", di seguito eccovi il link: https://open.spotify.com/album/0on8MZngyNDVDbHHZf6e5X?highlight=spotify:track:5MQBybKbONcPGOGFLkHgvt


E con Enea?

Caso totalmente diverso. Aveva bisogno di aiuto per uscire da una situazione discografica che non gli dava il giusto spazio. Lui non mi ha chiesto nulla, ho fatto tutto io. Poteva chiedermi aiuto palesemente come fanno in tanti, ma non lo ha mai fatto. Ed io mi sono sentito di aiutarlo a ricollocarsi, gli ho trovato gli uffici stampa, uno per il web e uno per la radio, ho fatto in modo che uscisse il suo singolo, Astronauti, che oggi, lontano da qualsiasi logica promozionale vista la corsa con cui abbiamo dovuto far tutto, ha raggiunto quasi 25.000 stream su Spotify e oltre 40.000 views del video. Un brano e un video che, ci tengo a sottolinearlo, si è pagato da solo con il suo duro lavoro prima che arrivassi io.

Ecco con lui io ho fatto il manager per sei mesi ma senza esserlo. Poi mi ci sono nominato da solo con un post su Instagram. Non ho ben capito se lui ha accettato ufficialmente o no, tipo l’invito a C’è posta per te, attendiamo di saperlo da lui, magari in un’intervista con te (ride). In ogni caso quello che abbiamo condiviso, umanamente e artisticamente, durante il lockdown di sicuro non si potrà mai cancellare.


Infine, cosa consiglieresti a chi volesse intraprendere la strada del management e giornalismo musicale?

Devo essere cinico e realista? Quasi mi verrebbe voglia di dire "lasciate stare". 

Nel “giornalismo”, di cui io in realtà non faccio parte, essendo "solo" un blogger che fa informazione, perché per essere unici dovrete lottare, farvi un sacco di nemici, altrimenti rimarrete sempre “anonimi”.

Nel management invece perché i soldi spesi saranno spesso meno di quelli guadagnati, almeno all’inizio. 

Dovete crederci, avere la giusta fame, e accertarvi che i vostri artisti l'abbiano, il talento da solo non basta più. Dovrete anche ricordare ai vostri artisti che se qualcuno crede realmente in loro dovrà scontrarsi con tante difficoltà, sopratutto in un momento storico come quello che sta vivendo la musica nel nostro paese. 

E allora si torna a due concetti fondamentali per me che ho nominato spesso in questa intervista, fame e fiducia. Se ci sarà tutto questo sono convinto che non vi farete scoraggiare dal lato cinico delle mie parole e sarete già a buon punto. 

Ringraziamo di cuore Massimiliano per essere stato con noi, e infine, invitandovi a supportare il talento vi consigliamo di seguirlo, in primis sui suoi canali ufficiali e su All Music Italia, ma anche di ascoltare i brani di Neno ed Enea Vlad! 

Trovate di seguito i link ai loro profili instagram. 

ENEA VLAD: https://www.instagram.com/eneavladimir/?igshid=u5g6tac1lp4t&fbclid=IwAR1rIpzBj2PS2tG-vo_Lk3ql__yMIcxJtsaiLSk5f72wTjhAfkOPKpyDHIo

NENO: https://www.instagram.com/nenofficial__/?igshid=1a8uj3sajpx8q&fbclid=IwAR1m3ZnZLdolZOnKGOEhUM59ump7jQXuHQoDKpHY4E-UG16pdTr4xifHRN0

Detto questo...Buona musica a tutti!