Oggi vi proponiamo un'intervista con un duo veramente interessante composto da Ilaria ed Andrea: I SecondaMarea.
Toscani d'adozione residenti all'Isola del Giglio, in occasione dell'uscita del loro album ”Slow”, si raccontano a noi di Outsider.
Squilla il telefono e a rispondere alla nostra Sharon proprio Andrea.
Ed è lui, in rappresentanza, che risponderà a tutte le nostre curiosità.
Ciao Ragazzi! Com'è nato “Slow”, il vostro progetto musicale?
E come vi descrivereste come duo musicale?
A: Dunque, “Slow” è nato in maniera molto libero e spontaneo, probabilmente anche per la tematica che tratta (la natura nel termine più ampio del termine); è proprio un invito alla lentezza, a riprendersi il tempo, a guardarsi attorno.
È nato in maniera molto veloce, anche a livello di composizione, come se in qualche modo fosse un disco che avessimo dentro da tanto tempo, proprio perchè noi conduciamo anche una vita particolare, viviamo su un'isola, da ormai quindici anni, quindi è un disco che somiglia molto al nostro stile di vita.
Il duo è nato proprio qui, sull'Isola, dove appunto quindici anni fa io ed Ilaria ci siamo incontrati e abbiamo capito che oltre a stare assieme, potevamo cantare e costruire un progetto di musica assieme, quindi eccoci qua.
“Slow”, come dicevamo è il nome del vostro album, qual è il messaggio che volete trasmettere con i suoi brani, che sono appunto principalmente tutti legati alla natura, in tutti i suoi aspetti?
A: Il messaggio, come accennavo prima vuole essere proprio un invito, un invito a rallentare, a comprendere proprio il gusto, il segreto della lentezza, a capire che il tempo è l'unica moneta di scambio che abbiamo, una cosa preziosa; parliamo di tempo proprio a livello qualitativo e non quantitativo.
Si può avere anche poco tempo libero a disposizione ma si può sfruttarlo bene, quindi è proprio un invito a riprendersi il tempo e a rientrare in armonia con il mondo, con la natura, con quello che ci circonda e che non sia soltanto tecnologia.
Nel singolo “Petrolio”, infatti, cerchiamo di ironizzare/sdrammatizzare la realtà, nella quale siamo invasi dalla tecnologia; se da una parte c'è la tecnologia che ci è utile in molti casi, dall'altra c'è qualcosa che ci lega proprio come un cordone ombelicale a qualcosa che è eterno, quali il mondo e la natura.
“Pellegrinaggio”, partendo da questo brano...Se doveste fare un viaggio all'interno della musica, per descrivervi quali canzoni scegliereste che siano vostre o di altri artisti che stimate?
A: Se dovessi dirti canzoni/dischi che amiamo e abbiamo amato, la lista sarebbe infinita, però ti posso dire quello che noi stiamo ascoltando, in questo periodo ad esempio, perchè poi sai, ogni periodo ha degli ascolti particolari, attraversiamo dei momenti, dei gusti.
Noi comunque ascoltiamo tantissimo. Siamo veramente “onnivori”.
Ci definiamo anche “trasversali”, ascoltiamo tanta musica ma viaggiamo trasversalmente nelle arti.
Voi avete citato “Pellegrinaggio”, che è l'unico pezzo in cui metà del testo, è praticamente una poesia di Lord Byron, che noi abbiamo tradotto.
Sembra che incredibile che una poesia dell'Ottocento sembri un pezzo modernissimo.
Tra l'altro, stiamo ascoltando poca musica italiana, non perchè non ci piace anzi ci piacciono moltissimo i Baustelle, ad esempio.
Abbiamo però un'inclinazione verso la musica estera, perchè all'estero si osa e si sperimenta di più,
si toccano temi che qui non si toccano.
Per esempio c'è una radio di Cleveland, in America, che ogni settimana manda in onda un nostro brano di “Slow” (album che è piaciuto tantissimo) e proprio questa settimana stanno trasmettendo “Pellegrinaggio”. Questo proprio per dirti la sensibilità, l'apertura che c'è all'estero.
Qui in Italia, forse anche per tradizione, tendiamo ad essere un po' più “chiusi”.
Per quanto riguarda gli ascolti recenti, invece stiamo ascoltando molto un gruppo che si chiama The National, un gruppo americano eccezionale, invece un disco bellissimo è “Pure Comedy” di Father John Misty.
Nei mesi scorsi abbiamo riascoltato tutta la discografia dei Beatles, facendo un studio grande e approfondito. Ascoltarli è incredibile, riascoltarli ti fa rendere conto che già avevano pensato, già avevano immaginato tutto. Sono davanti a chiunque altro.
In queste 12 tracce, ce n'è una in particolare che vorreste dedicare a chi vi ascolta?
A: E' difficile sceglierla, però penso che se dovessimo appunto scegliere, sceglieremmo la prima traccia, che apre appunto il disco. Non l'abbiamo messa come intro, per caso. E' uno dei brani a cui siamo più affezionati e tralasciando ovviamente “Slow”, che rimane il fulcro del disco, “C'hanno rubato l'inverno”, è più confidenziale, si rivolge a “te” come se fosse un dialogo con qualcuno, con un sè immaginario, che dovrebbe essere proprio l'ascoltatore.
Tocca, tra l'altro, un tema molto importante, quale il clima, dei cambiamenti climatici, che non sono solo i cambiamenti climatici, quelli ambientali, ma sono i cambiamenti climatici dell'uomo e che sono velocissimi, rapidissimi e di cui magari neanche ce ne accorgiamo.
Domanda di rito: Cosa consigliereste a chi come voi, vuole intraprendere la propria strada nella musica?
E fate un saluto a tutti i lettori di Outsider.
A: In realtà, non mi sento di dare consigli, non è una cosa che mi piace.
Mi sento però di dire che è una strada difficile, molto complicata e bisogna reinventarsi ogni giorno.
Se l'amore per la musica, per la scrittura, per la bellezza, è superiore a qualsiasi altra cosa che tu fai nella vita, allora non c'è altro da fare.
A quel punto non siamo noi a scegliere, è proprio la scelta che ti sceglie.
Così è stato nel nostro caso, certo è, che è un lavoro complicato e bellissimo.
Noi, ad esempio, abbiamo scelto questo lavoro perchè non abbiamo mai amato i padroni ed in questo modo siamo liberi, perfino di gestire le difficoltà da soli, quindi anche le difficoltà diventano belle, proprio perchè hai una scelta, personale e libera.
Ecco, la musica deve somigliare a questo. E soprattutto deve essere suonata dal vivo, in giro.
A breve (a metà giugno), infatti partirà il nostro giro dei live (per lo più in Toscana), che si chiama “Agritour” e che non sarà nei classici posti, come locali, palazzetti, arene, ma bensì negli agriturismi, nelle cascine, in enoteche, in realtà virtuose, legate all'ambiente. E' una sorta di progetto musicale, a km 0.
Un caro saluto a tutti i lettori di Outsider da parte di Andrea ed Ilaria, SecondaMarea!
Augurando il meglio ai SecondaMarea per l'imminente “tour”, facciamo un ringraziamento speciale ad Andrea ed Ilaria.
Ringraziamo inoltre il loro ufficio stampa per la cordialità.
E infine non dimenticate di seguirli e supportarli nel loro progetto.
Buona musica a tutti.