Negli anni 2000 ha dominato la stagione
radiofonica con “L'Astronauta”, tormentone estivo apprezzato
anche da Bobby Solo e Franco Battiato. Ora è tornato con “Guardare
Fuori” un album completamente autobiografico, formato da dieci
tracce inedite.
Diamo il benvenuto a Federico Stragà!
Ciao Federico! Ne è passato di tempo
da “L'astronauta”. Ora torni con “Guardare Fuori”. Cos'hai da
dire in più, rispetto alla tua musica precedente?
F: Sicuramente tutto. Nei miei album
precedenti c'era qualche canzone mia sparsa qua e là, o qualche
parola all'interno delle canzoni, mentre questo è il mio primo
disco, scritto interamente da me, il mio primo album da cantautore a
360 gradi per cui effettivamente dovrebbe cambiare un po' tutto.
Anche se come dicevo poco fa ad un tuo collega mi capita di sentire
“Ah! Sei tornato, Stragà! Si sente il tuo stile e ci mancava”.
In realtà il mio stile non può essere che inedito in un certo senso
perchè come ripeto, è la prima volta che canto canzoni scritte
interamente da me. Ovviamente, consapevolmente o inconsapevolmente il
legame con il passato, con quello che ho ascoltato, con quello che ho
cantato, sicuramente c'è. Inconsapevolmente o consapevolmente, una
parte di me è rimasta. Sicuramente il cantante, il modo di cantare è
quello, quindi probabilmente è per quel motivo, se qualcuno si è
detto felice del mio ritorno e del mio stile che mancava.
“Tutto sembra una salita o tutto
sembra una salita perchè sono debole” recita la prima traccia
dell'album. E' un pezzo autobiografico o ti sei ispirato a persone
e/o avvenimenti?
F: Sono tutti pezzi autobiografici. Mi
sono reso conto che lo scrivere canzoni, per me, perlomeno in questa
fase “iniziale” è partire da me, dai miei difetti, dai miei
pensieri, dalle mie paure, dalle mie debolezze, quindi è un disco
molto autobiografico. Questa canzone in particolare, l'ho scritta
pensando al militare ma allo stesso modo posso pensare a quando sono
stato in collegio due anni, a situazioni che ho vissuto con
difficoltà e mi sono posto una bella domanda che sicuramente non può
trovare risposta, qui nella vita terrena sicuro. Ci sono persone che
vivendo il militare, dicono che si sono divertite, ci sono persone
che invece si sono suicidate. Le persone vivono delle situazioni
identiche ma in modo molto diverso. Per cui, con questa canzone mi
sono chiesto, “la forza dove sta? Sta in quella dove si riesce a
superare una determinata situazione, passando in mezzo a mille
difficoltà o invece la forza è di chi vive questa situazione in
modo leggero e tranquillo, senza doversi impegnare minimamente per
superarlo?”
“Io mi fermo qui con i miei colori a
guardare fuori”. Guardare fuori, omonimo brano dell'album. Ti senti
un po' un Outsider?
F: Per certi versi sì, anche parlando
di musica in questo momento , quando mi chiedono cosa ne penso del
panorama musicale, cosa ne penso del nostro presente, mi sento
abbastanza outsider. Con questa canzone, in realtà, io, mi catapulto
nell'infanzia e sogno di tornare come quand'ero piccolo a guardare
fuori, a guardare gli altri con interesse, per cercare di capire come
sono, cosa fanno, se sono buoni, se sono cattivi; cosa che mi rendo
conto, nella vita, faccio molto più distrattamente. Vivo più dentro
me stesso, guardando fuori. Mi piacerebbe tornare a guardare fuori
come ho l'impressione che alcune persone riescano a fare anche
adesso, perchè penso che guardare fuori, guardare gli altri,
guardarsi poco dentro sia un buon “esercizio” che aumenti la
probabilità di essere, non dico felici ma sereni
Cosa cambieresti del panorama
musicale attuale?
F: Parlando di praticità, cambierei il
fatto che la musica ormai è una cosa gratuita ed io non concordo su
questa cosa. O è gratis tutto o niente. Non capisco perchè la
musica debba essere vista come una cosa che uno fa e che è gratis
mentre un libro devo comprarmelo, se voglio leggerlo. Evidentemente
però questa è un'operazione irreversibile, non si può tornare
indietro nel tempo, ormai è così. La cosa che però auguro, a mia
figlia, ad esempio, come ai giovani di oggi è quello di ascoltare la
musica come l'ascoltavo io, come l'ascoltavano le persone in passato.
Ti parlo di un impressione, per cui non è detto che poi sia così ma
oggi credo che la musica sia vissuta un po' in maniera superficiale,
nel senso che se sai una canzone bene, sennò ce n'è un'altra e va
bene lo stesso, l'importante è che tutte le canzoni siano allegre e
sostanzialmente non dicano niente di particolarmente profondo.
Augurerei alla generazione futura di
poterla ascoltare, dando l'importanza che noi davamo quando
ascoltavamo un disco per sei mesi, dopo averlo comprato, con la
curiosità, di in questo caso “guardare fuori”, ascoltando cosa
c'è dentro al disco.
E' online il videoclip del singolo “Ho
esaurito la paura”, brano che sostiene il progetto “UN PAESE CI
VUOLE” (che l'associazione Ai.Bi. Ha attivato dopo il terremoto del
2016)
Come mai hai deciso di abbracciare
questo progetto?
F: E' stato un caso come il 99,9% delle
cose della vita, secondo me. E' successo il 6 Aprile, mentre ero a
pranzo, lo ricordo perchè era l'Anniversario del Terremoto
dell'Aquila, anche se l'ho scoperto dopo aver avuto l'idea e mi sono
detto “questa canzone parla del fatto di provare una paura talmente
forte da esaurirla tutta quindi da quel momento in poi, serve avere
tutto il coraggio per affrontare qualsiasi cosa”, di conseguenza ho
pensato “quale potrebbe essere una delle paure più forti per
esaurirla tutta?”
Così, pensando al terremoto, mi è
venuta in mente questa mia amica di un paese vicino all'Aquila e che
fa parte dell'associazione Ai.Bi., l'ho chiamata e alla fine siamo
andati a girare questo video lì, proprio all'Aquila, perchè secondo
me è molto attinente al tema della canzone. Attualmente quel che
vogliamo non è ben definito attualmente; dobbiamo ancora capire se
fare un concerto piuttosto che altro. Per il momento, sto diffondendo
il nome di questa associazione che con questo progetto “UN PAESE CI
VUOLE” sostiene psicologicamente le famiglie, in particolare i
bambini che hanno provato appunto il dramma del terremoto in quelle
zone.
Domanda di rito: Cosa
consiglieresti ai giovani che vogliono intraprendere la propria
strada nella musica?
F: Consiglierei di suonare, di cantare,
cercando di farlo al meglio delle proprie possibilità. E' una cosa
che auguro anche a mia figlia, che al momento non ha ancora voluto
avvicinarsi ad uno strumento in particolare, anche se io, ricordando
la mia adolescenza, ho iniziato a cantare dopo i quindici anni ed è
stata una delle parti più belle della mia vita: trovavo tutti miei
amici a suonare, a fare le prime esperienze di musica insieme e li
ricordo come i momenti della musica che ho vissuto con più
entusiasmo. Per cui a mia figlia e ai giovani di oggi, augurerei
questo, di avvicinarsi alla musica trovando il proprio strumento, che
non sia per forza cantare ma qualsiasi esso sia e gli auguro di
appassionarsi veramente.
Fai un saluto ai lettori di Outsider.
F: Faccio un saluto ai lettori di
Outsider, augurando a tutti una splendida estate che sta per arrivare
e per legarmi al mio singolo, attualmente in giro per le radio,
auguro a tutti di avere un po' di paura si, ma sempre un po' meno di
quella che è, che abbiamo! Bisogna avere un po' di coraggio in più
per affrontare le cose, quelle per cui ne vale la pena però!
Ringraziamento Federico per essersi
raccontato nel modo più sincero e trasparente possibile.
E come sempre, buona musica a tutti!