A tu per tu con Marco Di Noia #musicinterview






Quando l'era del digitale si fa sempre più strada nel nostro quotidiano e quindi nella musica che ascoltiamo, abbiamo pensato fosse una buona idea intervistare Marco Di Noia, che ha pubblicato di recente il primo APP-ALBUM italiano e il primo concept album in 3D audio, "ELETTRO ACQUA 3D". Un concept innovativo e lungimirante, oseremmo dire.
Diamo il nostro più caloroso benvenuto a Marco!

Ciao Marco! Il concept del tuo album pensato per i viaggiatori è piuttosto insolito ma allo stesso tempo particolare! Come mai questa idea?
Ti ha ispirato qualche fatto particolare?

M: A un certo punto della mia vita ho realizzato che il mondo in cui ero cresciuto, quello fatto di vinili, video su MTV e dischi nei negozi, era finito. 
Così ho scelto di lasciarmi alle spalle i rimpianti, e sfruttare il web e le nuove tecnologie digitali per portare valore aggiunto alla musica che io e Stefano Cucchi, con la collaborazione di Andrea Messieri, abbiamo realizzato. 
Ho pensato che i viaggiatori fossero il nostro target di riferimento, poiché, quando si spostano, hanno del tempo da occupare e magari da dedicare all’ascolto di un progetto musicale con maggiore curiosità e attenzione. In quest’ottica un’app leggera da scaricare, funzionante off-line e in background, può risultare uno strumento pratico e ipertestuale, ottimo per gli approfondimenti. 
Poi, siccome chi viaggia su treni, aerei, metropolitane e autobus, oltre a necessitare di praticità, non può, verosimilmente, esimersi dall’indossare cuffie o auricolari per non invadere il diritto alla quiete dei vicini, abbiamo deciso di valorizzare questa dimensione d’ascolto con il 3D audio.
 Inoltre, il nostro concept è anche un vero e proprio viaggio musicale, fatto di tappe “geografiche” che, al netto di prologo ed epilogo, parte da Milano per poi tornarvi, toccando varie terre reali come, ad esempio, il Kenya, Roma, la Bosnia, ma anche fantastiche quali la Terra di Mezzo di Tolkien o le fogne immaginarie in cui abita il Re dei Topi dello Schiaccianoci di Hoffmann o Tchaikovsky.

 Il perché di questo app-album? Pensi sia un metodo rivoluzionario?
 E che dovrebbe essere usato maggiormente?

M: Potrebbe essere rivoluzionario, specialmente per quegli artisti che sfruttano molto il loro sex-appeal, con magari pubblici molto giovani, a caccia di foto, video e altri contenuti dedicati.
 Credo che molti dei loro fan non vedrebbero l’ora di scaricare l’icona con la faccia del proprio cantante preferito sul desktop del proprio cellulare. Anche perché, si sa, il pubblico dei millennial è digitale per nascita.
 Tra l’altro il sistema delle notifiche utilizzato per gli smartphone permette, anche in occasione dei live, di raggiungere facilmente il proprio pubblico. 
Il modello potrebbe funzionare anche con i mostri sacri della musica. 
Mi immagino app-album di Sgt Pepper's Lonely Hearts Club Band dei Beatles o The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd, con contenuti extra, copertine, creatività, video, foto delle registrazioni ecc.





 Cosa pensi della musica al giorno d’oggi?

M: Personalmente sono più affezionato alla musica nata tra gli anni 60 e 90.
 Trovo che l’attuale sistema degli intermediari musicali italiani non sia molto democratico, poiché propone al pubblico per lo più interpreti pop o cantanti hip-hop.
  Specialmente la televisione, con i famigerati talent-show, tende a mettere in evidenza soltanto gli interpreti, senza proporre format che valorizzino i cantautori o i progetti più artistici. Il tutto crea una spirale perversa, dato che il pubblico educa i propri gusti musicali sulla base di ciò che gli viene offerto. Qualche anno fa il festival di San Remo è stato vinto da un brano con un testo contenente errori di sintassi, oltre che di coerenza logica… non credo che ciò contribuisca a innalzare il livello culturale del nostro paese.

Hai all’attivo altri progetti e/o passioni oltre all’album?

M: Da un mese e mezzo sono diventato papà di Diana, che è il più grande progetto di vita realizzato. Inoltre, circa un anno fa ho iniziato a prendere lezioni di equitazione a monta inglese, e fare del trekking a cavallo a monta americana. Amo viaggiare, specialmente quando posso immergermi nella natura e stare a contatto con gli animali. Di fatto a casa ho due splendidi gattoni ragdoll, Gandalf e Arwen. Amo il cinema, la letteratura fantasy e, naturalmente, il mondo digitale.

Infine a chi devi dire grazie se hai cominciato a fare musica?

M: Ai miei genitori per gli ascolti musicali dell’infanzia: Beatles, De André, Dalla e gli altri cantautori. A me stesso per avere iniziato a cantare, mettendoci perseveranza e passione. E, recentemente, ai miei editori Riccardo Vitanza e Viviana Rossi per avere concesso fiducia a Elettro Acqua 3D. Naturalmente, un grazie va anche a Stefano Cucchi, mio compagno di viaggio in questo progetto artistico.

Fai un saluto ai lettori di Outsider

M: Un grosso abbraccio! Sostenete la musica italiana e siate sempre curiosi di ascoltare anche le nuove proposte. Alla fine siete voi, più di chiunque altro, ad avere il potere di far vincere qualche volta anche gli “outsiders”.

Ringraziamo Marco e tutto il suo staff per l'intervista concessa. Buona Musica a tutti!