Ed eccoci qui.
Esce oggi “68 (Till The End)", una riedizione di “68” con cui Ernia conclude questa saga, per
concentrarsi sul prossimo progetto, per cui fondamentalmente è già
a lavoro dove a sua detta, sperimenterà nuove impostazioni, nuove
sonorità.
L'intero repack si presenta come un
doppio album.
«Non solo nel mio genere, ma in
generale i repack sono costituiti da un singolo, o due remix, qualche
feat, qualcosa di riarrangiato» continuando «con il mio team, invece
abbiamo deciso di inserire più tracce, tutti inediti con diversi
featuring, con Chadia, Lazza, Nitro».
Dunque, cosa c'è di diverso in questo
repack? Secondo Matteo, oltre ad un fattore legato a scelte di
inserire inediti e feauturing vari, possiamo trovare ad ascoltare una sua versione più serena, più tranquilla, addirittura più “caciarona”,
completamente diverso dal Matteo che troviamo in “68”.
«“68” è stato infatti, un album molto
studiato, molto quadrato, anche sofferto e penso si senta. Avevo la
pressione da primo album, poichè è stato uno step importante della
mia vita, della mia carriera.
Da ragazzini, per molti il sogno è far
uscire un disco per una major e il mio era proprio questo, proprio per
Universal. Soprattutto, perchè ero fan dei Dogo, di Marracash e loro
erano tutti nel roaster di Universal, quindi per me il “goal” era
appunto quello».
FEAUTURING: «la prima collaborazione
che è saltata all'occhio è quella con Nitro. Il primo della nostra
generazione ad emergere, più o meno tra il 2012 e il 2013, mentre
noi come come blocco milanese, abbiamo cominciato a farci notare nel
2015/2016. Ho scelto tutti ragazzi che conoscevo
già
Tra l'altro, con lui avevo in mente di fare una
traccia un po' più “picchiata”, un po' più rap, invece lui mi ha risposto di provare a fare ragionare su qualcosa di più intimo, più emotivo, sentimentale».
LAZZA: «Lazza è
un ragazzo che conosco da dieci anni, più o meno. Lui è di un
blocco milanese ma in realtà fa parte di un altro circuito
all'interno di Milano, mentre io, Mario (Tedua), Mirko (Rkomi),
Sfera, Ghali eravamo di un unico blocco. Non avevamo mai fatto un
pezzo assieme, dunque.
Io sono sempre stato forte nelle punch line, nei freestyle, un po' in quella parte che è lo sfottò, la parte cabarettistica del rap, no? Il prendersi in giro ed il prendere in giro l'altro, quindi poi è uscita questa traccia».
Io sono sempre stato forte nelle punch line, nei freestyle, un po' in quella parte che è lo sfottò, la parte cabarettistica del rap, no? Il prendersi in giro ed il prendere in giro l'altro, quindi poi è uscita questa traccia».
CHADIA RODRIGUEZ: «Anche Chadia, la conosco da un
paio di anni, quindi mi sono detto “Devo crescere se voglio
allargarmi, se voglio anche andare a colpire un pubblico che non sia
prettamente quello rap, quella musicalità che si ispira alla musica
black" - Se per il prossimo disco dobbiamo uscire dalla mia
zona di comfort, cosa che è stata “68”, mi sono chiesto quale fosse il personaggio, in questo momento, in Italia, più lontano da me, in assoluto, per immagine, per testi, per musicalità, per scelta
delle basi...proprio lontana da me ed ecco che la scelta è ricaduta su Chadia.
Volevo un po' muovere le acque, fare un
po' di casino...magari la traccia non piace quindi “niente, ciao
belli” però se non si sperimenta, se non si prova ad andare oltre,
non puoi fare qualcosa di positivo».
UN SASSO NELLA SCARPA: «E' un pezzo sui
social. La
prima strofa parla di twitter dove tutti dicono quello che pensano
perchè twitter è veramente comunicazione, la seconda parla di
Instagram che invece è immagine» - «Su Instagram non è importante se hai
un contenuto, se hai qualcosa da dire, se hai qualcosa da dare al
mondo. E' importante come sei vestito, se hai
la faccia simpatica, poi sotto ovviamente ci inserisci un messaggio
con “Vi amo tutti”, cuoricino e faccina e il quindicenne dice
“wow, ci ama, siamo partecipi"».
TOUR ESTIVO: «Anche se la prova è il tour invernale, anche l'estate ha il
suo perchè, quindi sì, ci sarà un tour estivo. Si sa che in estate c'è un atmosfera
diversa, è tutto molto più divertente; posti all'aperto, località
marittime, dj-set, festival, quindi la possibilità di conoscere
altri artisti, fare public relations. Se in inverno alle 20.00 è già
tutto scuro, in estate, quando magari devi fare il sound-check, c'è
ancora un sacco di luce e di sole. In inverno devi fare tutto al buio
e fa male all'umore».
NUOVO ALBUM: Alla domanda “Consigli
per prepararci all'ascolto del tuo nuovo album?”, Matteo ci risponde così:
«Faccio fatica in questo momento. Ci
vorranno alcuni mesi e anche i miei ascolti cambieranno nei prossimi
mesi, quindi al momento non saprei dire»
Ora, per Ernia, bisogna allagarsi, non solo a livello di pubblico, non solo a livello di risultati, non solo a livello di obiettivi, ma bisogna allagarsi a livello artistico.
Ora, per Ernia, bisogna allagarsi, non solo a livello di pubblico, non solo a livello di risultati, non solo a livello di obiettivi, ma bisogna allagarsi a livello artistico.
Quando si parla di una possibile collaborazione con Sfera, lui afferma di non essere mai stato contrario, anzi si dice un mega pro. Non capisca, perchè si pensi il contrario.
«In Italia c'è sempre questa idea che sei Salmo ti devi odiare con Sfera, piuttosto che Tizio debba odiare Caio. A me piacciono gli artisti diversi da me, stesso discorso per i featuring. Non mi va di andare a fare il feat con uno che scrive come me, lo faccio io da solo e faccio anche più in fretta».
Oltre a Sfera, un artista che Matteo reputa molto diverso da lui e con cui gli piacerebbe collaborare è il giovane fuoriclasse Capo Plaza.
«Capo Plaza ha tenuto quel mood trap ma “dark”, ancora legato al quartiere, ai palazzi. Lui, poi mette sempre questo pipistrellino che mi dà molto l'aria del dark, del cupo, diciamo. Sfera invece è molto aperto, molto luminoso» - «Poi vabbè, mi piacerebbe collaborare con i miti di quando ero piccolo, quindi Noyz, Marra, Luchè, Jack La Furia. Per il momento ho fatto 1/5. Adesso lavorerò per fare gli altri e poi sarò a posto».
«In Italia c'è sempre questa idea che sei Salmo ti devi odiare con Sfera, piuttosto che Tizio debba odiare Caio. A me piacciono gli artisti diversi da me, stesso discorso per i featuring. Non mi va di andare a fare il feat con uno che scrive come me, lo faccio io da solo e faccio anche più in fretta».
Oltre a Sfera, un artista che Matteo reputa molto diverso da lui e con cui gli piacerebbe collaborare è il giovane fuoriclasse Capo Plaza.
«Capo Plaza ha tenuto quel mood trap ma “dark”, ancora legato al quartiere, ai palazzi. Lui, poi mette sempre questo pipistrellino che mi dà molto l'aria del dark, del cupo, diciamo. Sfera invece è molto aperto, molto luminoso» - «Poi vabbè, mi piacerebbe collaborare con i miti di quando ero piccolo, quindi Noyz, Marra, Luchè, Jack La Furia. Per il momento ho fatto 1/5. Adesso lavorerò per fare gli altri e poi sarò a posto».
A proposito di feat internazionale e non solo, Matteo ha le idee ben chiare.
«Il feat internazionale, lo farei per me, perchè in Italia i feat internazionali non sono mai funzionati. Spendi magari un sacco di soldi e basta.
«Il feat internazionale, lo farei per me, perchè in Italia i feat internazionali non sono mai funzionati. Spendi magari un sacco di soldi e basta.
Anche quando c'è stato il periodo dove tutti erano in fissa con 6ix9ine e tutti lo acclamavano, Emis Killa ha fatto uscire il feat ma non è
una delle sue tracce top, quindi se pensi “faccio il feat americano
e mi allargo”, in realtà alla gente non frega niente» - «Se il feat sarà nel disco dell'artista, mi allargo al mondo. Il contrario non scuote poco e niente, praticamente. Al pubblico italiano non frega nulla. E' come se io mettessi nel mio disco, sparando in grande, un feat
con Ariana Grande...non avrebbe la stessa risonanza, dello stesso feat
inserito nel suo disco. Come non avesse la stessa risonanza se lo
facessi con Kendrick Lamar, piuttosto che con Cardi B. Non lo
percepirebbero semplicemente. Tanti di loro non sanno nemmeno cosa sia il
Campione. E' frustante, lo so, però
per molti è solo moda».
Infine si toglie un piccolo sassolino dalla scarpa...«Quando dicono "se tu ce l'hai fatta ed io no, sei
uno stronzo, perchè tu hai barato, tu hai il contatto” penso che io, in realtà, prima di entrare in
Universal, Jacopo Pesce (presidente di Island Records) non
l'avevo mai visto nè tantomeno l'avrei riconosciuto, se avessi avuto
modo di incontrarlo in giro».